martedì 27 novembre 2007

La Fiamma e La Candela

In un posto lontano dal limite degli occhi,
cercavo la via verso un calore latente
che di tanto in tanto
mi accarezzava il dorso di una mano,
per poi allontanarsi
veloce ed improvviso come quando era arrivato.
Poi piú nulla, per un lasso di tempo che
per quanto breve potesse realmente essere
mi sembrava ogni volta come se mi accompagnasse
dall'ardore della nascita
fino al gelo che avvolge la fine.
Il tramonto dell'esistenza.
Non ricordo quante volte sono nato e mi sono spento.
Tante Vite,
tanti incendi improvvisi ed altrettanti lenti spegnimenti.
Lampi di luce tagliente e morbidi aliti di fumo.
Opposti,
eppure il primo di ognuno
cosí vicino all'ultimo dell'altro.
Cieco,
ma nel buio del mondo lontano dal mondo
non fa differenza.
Qui ci si orienta solo con il calore che un'emozione puó dare.
Quel calore che mi indica la direzione accarezzandomi una spalla,
attenuando per un attimo il brivido di freddo che mi veste.
Mi volto verso quella spalla,
col cuore pieno di gratitudine.
Appoggio per un attimo le labbra alla mia pelle
e ne sottraggo parte del tepore.
Inspiro forte,
cercandone il profumo nell'aria che ha mosso.
Sposto un piede in direzione dell'istinto
e mi ritrovo di nuovo solo.
In attesa della prossima carezza
che arriverá per accendermi ancora,
per spostarmi in una nuova direzione.
Non so cosa stia cercando.
Non se voglio davvero arrivare alla sorgente del calore
o se in realtá sto bene dove sono
e non voglio altro che soffrire il freddo,
standomene immobile come una statua di cera,
pallida e rigida,
per poter godere appieno di ogni singolo piacere che
di tanto in tanto
l'esplodere improvviso di una fiamma mi dona.
Lasceró che sia il tempo a decidere.
Continueró a cercare il calore
pur sapendo
che sará lui a consumarmi.

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