domenica 13 giugno 2010

"L'intrusa catapultata"

Sei riuscita ad eludere la sorveglianza
e ad intrufolarti nel mio giardino
in un momento in cui nemmeno io
ero un granché concentrato.
Me ne accorgevo ma ti lasciavo fare e non so neppure perché.
Non me ne fregava niente forse
ma mi piaceva la tua iniziativa,
il tuo volermi vivere.
Vederti vivere di me.
Avevi bisogno di una vita parallela
un posto in cui esser fuori dal tuo mondo
in cui poterti muovere senza esser vista
dove prenderti tempo
per trovare il coraggio di decisioni
che a me sembravano scontate.
Decisioni che in fondo altro non erano
che l'ovvia soluzione ad errori commessi
per condizione più che convinzione.
Sapevo che eri solo di passaggio
e ti ho fatto compagnia
durante la tua gita fuoriporta.
Sei entrata e forte del mio lasciarti fare
hai pensato di poterti accomodare
di potermi anche influenzare.
Errore fatale.
Eri solo sul vialetto del giardino
lontana dalla porta di casa
troppo lontana per poter fare danni
non più di quelli che potrebbero fare i nani di coccio.
Ti sei sentita Biancaneve però
un ruolo per te
non esisteva neanche un po'.
Per niente in condizione di influenzare,
solo di scocciare.
E' stato semplice catapultarti lontana.
Via
con tutto quello che non serve
e che riempie solo gli spazi in cui la Vita vera
si prende una pausa e si fa più leggera.
Ti penso per noia e per noia ne scrivo.
Lo metto qui e spero
non lo legga mai nessuno
se non tu magari un giorno
mentre io sarò ancora più lontano.
Ti riconoscerai e saprai come l'ho pensata.
Nella mia vita tu sarai stata
solo un’intrusa catapultata.

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