giovedì 22 luglio 2010

"Due sponde unite"

Un paio di passi
e siamo fuori.
Giusto il tempo di un respiro
e poi via
verso lo spiazzo
dove il fiume si allarga e curva.
Ci muoviamo
nella stessa direzione della corrente
lo facciamo per istinto
e quando siamo lì
ci fermiamo.
Noi possiamo,
il fiume no
ed increspandosi si volta
come volesse salutarci,
come se gli dispiacesse
doversi allontanare da noi,
vederci allontanare stando fermi.
Lo fissiamo anche noi
per un istante
prima di guardarci negli occhi
e rivedere perché siamo qui.
È chiaro ora.
Distesi sul prato
con gli occhi pieni di cielo
ed il cielo pieno di sogni.
Dopo pochi secondi
l’impressione è quella
di essere attaccati con la schiena al mondo
come se lo fossimo al soffitto,
come se il mondo fosse il soffitto
e noi potessimo cadere nel cielo
da un momento all’altro,
come se potessimo deciderlo noi
di staccarci dal mondo
e lasciarci cadere nel cielo
cominciando a volare.
Sembrano azzurri anche i miei occhi castani.
Sembriamo vicini al mondo
ma in realtà
siamo già molto lontani.
Le nostre mani si cercano
e si trovano intrecciate
quasi a dirci “pronti? Andiamo!”.
Come rive contrapposte
tra le quali scorre il fiume.
Come quando tra la gente
mi sorridi da lontano,
tutto quanto tra di noi passa
mentre noi ci avviciniamo
e sappiamo
tra un momento ci fermiamo.
È proprio in quel momento
che chi avevamo intorno
si accorge del nostro venirci incontro
e vorrebbe soffermarsi a curiosare,
quasi si sentisse parte
di quel che sta accadendo
e volesse rimanere
ma non avrebbe senso
è nel fiume e deve andare.
Quando per gli altri
la parte è finita
è solo per noi
che gira la Vita.

Nessun commento: