giovedì 27 dicembre 2007

Il Lago

Eterno lo scintillio
della superficie increspata dal vento.
Infinite le carezze che dona alla spiaggia
che col passare del tempo si ammorbidisce sempre più,
perchè i ciotoli che la compongono
rotolando diventan tondi e
e gli spigoli svanendo danno vita a nuovi mondi.
Sinfonie ininterrotte dilettano gli uditi più attenti
dei soliti ospiti fedeli e di quelli occasionali.
In primavera, con i passeggianti in attesa del sole.
D'estate, col fragore di chi a casa propria natura non ha.
In autunno, quando finalmente torna ad essere di chi ci vive.
D'inverno, quando immergendovi le mani
si scopre che il freddo
non è chiuso solo nella propria malinconia.
Ogni volta che vado a trovarlo
i miei pensieri più contorti
li lego ad un sasso e li scaglio lontano.
Infrangendo la superficie
si liberano e ritornano ordinati verso la riva
ognuno in un anello diverso
dell'onda che generano.
Così a me non resta che rileggerli uno alla volta,
raccoglierli e riporli secondo logica
nei cassetti della della mia mente.
Ed è così che la matassa contorta diventa chiarezza
e che io per l'ennesima volta
rispecchiandomi in lui ringrazio
e torno a casa.
Una passione senza stagione,
comprensione al di là della ragione,
un interlocutore senza invidie ne inibizioni.

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